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Cosa ci accade quando la rabbia divampa e come lo yoga ci può aiutare

Aggiornamento: 2 ott 2020

Quando ci arrabbiamo il nostro cervello manda il corpo in allarme riempiendoci di adrenalina e preparandolo all’attacco. Tutto questo richiede montagne di energia e lascia segni per lungo tempo. Lo yoga non solo ci aiuta a ripristinare lo stato di quiete a ma ci insegna anche a non far scattare l’allarme troppo spesso.



La rabbia è come il fuoco. A volte è un fuocherello che brucia un pezzo di carta nel lavandino mentre altre volte è un incendio che divora un’intera collina. In tutti i casi, arrabbiarsi costa fatica. Che si tratti di mantenere la rabbia a sfrigolare sotto la cenere, accendere un falò o far divampare un incendio ci vuole energia: sia per appiccarlo che per gestirne le conseguenze. Solitamente le conseguenze a cui prestiamo attenzione sono i danni che produciamo all’esterno (in effetti quel set di piatti che hai lanciato non era di ikea!)...


...ma cosa succede a noi quando il fuoco della rabbia divampa?


Quando ci arrabbiamo, così come avviene quando riceviamo un qualunque stimolo emotivo, si attiva l’amigdala, un piccolo organo a forma di mandorla (amygdala in greco significa appunto mandorla) situato nell’area più interna e antica del nostro cervello. L’amigdala è una specie di processore super rapido e potente che ha il compito di scandagliare ogni situazione e ogni sensazione alla ricerca di eventuali pericoli per la nostra incolumità. Non appena qualcosa la allarma, l’amigdala scatta come un grilletto neuronale, lanciando segnali di emergenza a tutte le aree del cervello.


Entro pochissimi secondi dal suono della sirena le nostre ghiandole cominciano a produrre una massiccia cascata di ormoni che inondano il nostro corpo di adrenalina, testosterone e cortisolo mentre la nostra memoria viene sfogliata alla velocità della luce per richiamare ogni informazione utile.

Ci troviamo in uno stato di allerta noto come fight or flight: davanti alla minaccia possiamo combattere o scappare esattamente come fanno gli animali. L’espressione della rabbia corrisponde alla risposta fight. Quando entriamo in questa modalità il nostro corpo si prepara alla lotta:

- il battito cardiaco aumenta per apportare un maggior afflusso di sangue

- andiamo in iperventilazione per avere più ossigeno a disposizione

- il sangue fluisce dalla periferia ai grandi muscoli e ai grandi organi

- i muscoli si tendono, il sangue coagula più velocemente

- le pupille si dilatano e aumenta la visione periferica

- le attività non indispensabili, come ad esempio la digestione, vengono bloccate. 


Tutto questo spiegamento di forze non è affatto una cosa da poco! Nonostante avvenga in maniera rapida e involontaria richiede moltissima energia nonché tanto tempo affinchè la situazione pre-arrabbiatura venga ripristinata. E infatti arrabbiarsi fa male. Molti studi clinici lo dimostrano (in bibliografia ne trovate qualcuno). A lungo andare, se ciò avviene troppo spesso, ci troviamo con il sistema nervoso sempre in allerta, siamo pieni di adrenalina, il nostro cuore lavora a più non posso, il nostro sistema digerente soffre e pare che faccia anche ingrassare!


Come può aiutarci lo yoga?

Lo yoga ci insegna ad avere coscienza del nostro corpo, a comprenderlo, ad ascoltarlo e a trarre da lui informazioni preziose. Il nostro corpo, attraverso le sue reazioni, ci parla dei nostri stati d’animo, anche di quelli che non siamo in grado di gestire. E’ la mappa dei nostri stati emotivi. Attraverso lo yoga, lavorando sul corpo tramite le posizioni (asana) e il respiro (pranayama) possiamo, con dolcezza, sciogliere le nostre contratture e le nostre tensioni, anche a livello emotivo. 


Nell’immediato ci aiuta a fermarci e quando ci troviamo immobili in un asana, concentrati sul nostro respiro il battito cardiaco si acquieta, i muscoli si rilassano, il sistema nervoso riprende fiato, l’adrenalina defluisce.

Nel lungo periodo la pratica dello yoga produce uno stato fisiologico opposto a quello di allarme prodotto dall’istinto del fligth of fight. La sua combinazione di esercizio fisico, respirazione consapevole, ascolto e attenzione verso se stessi producono una sequenza di eventi fisiologici in grado di ridurre la reattività nei confronti dello stress.


Per controbilanciare gli effetti della rabbia sul nostro corpo possiamo dedicare un po’ di tempo al pranayama. La respirazione, non solo è un aspetto cardine dello yoga, ma se reso fluido, ampio e libero di espandersi in tutte le direzioni ha la capacità di donarci equilibrio psicofisico e benessere. E’ facile notare che quando ci arrabbiamo il diaframma si blocca e il respiro diventa più rapido e corto. Ecco, molto spesso resta così per lungo tempo e a volte, quando il sistema di allarme suona troppo spesso, rimane bloccato. Per sbloccare il diaframma e approfondire il respiro possiamo praticare il maha pranayama, ovvero la respirazione yogica completa. In questo video ci proviamo insieme!

Buona pratica e a presto!



Vieni a praticare con noi!


Bibliografia


   Herrero, N., “What happens when we get angry? Hormonal, cardiovascular and asymmetrical brain responses”, Hormones and Behaviour, 2010, vol. 57, n. 3, pp 276.283.

LaVelle H., Bore S., Aslinia D. “The Effects of Anger on the Brain and Body”, National Forum Journal of Counseling and Addiction, 2013, vol. 2, n. 1.

Migala J., What yoga does to your brain, NBC News, Giugno 2018.

Shapiro D., Cline K., Mood Changes Associated with Iyengar Yoga Practices: A Pilot Study, International Journal of Yoga Therapy, 2004, n. 14, pp. 35-44.

Van Lysebeth A., Pranayama. La dinamica del respiro, Roma, Astrolabio, 1973.

Woodyard C., “Exploring the therapeutic effects of yoga and its ability to increase quality of life”, International Journal of yoga, 2011, n. 4, vol. 2, pp. 49-54


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